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APPROCCIO ALLA TERAPIA EMDR

dott.ssa Serena Viganò • 25 novembre 2021

L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico.

Che cos’è l’EMDR?


L’ EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un'approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico. L’ EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.


Dopo una o più sedute di EMDR , i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità. L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’ EMDR permette al paziente, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avviene, di cambiare prospettiva, cambiando le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche.


Questo permette, in ultima istanza, di adottare comportamenti più adattivi. Dal punto divista clinico e diagnostico, dopo un trattamento con EMDR il paziente non presenta più la sintomatologia tipica del disturbo post-traumatico da stress, quindi non si riscontrano più gli aspetti di intrusività dei pensieri e ricordi, i comportamenti di evitamento e l’ iperarousal neurovegetativo nei confronti di stimoli legati all’evento, percepiti come pericolo. Un altro cambiamento significativo è dato dal fatto che il paziente discrimina meglio i pericoli reali da quelli immaginari condizionati dall’ansia.

 

Si sente che veramente il ricordo dell’ esperienza traumatica fa parte del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato. I pazienti in genere riferiscono che, ripensando all’evento, lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbante o pregnante dal punto di vista emotivo.

 

Dopo l’ EMDR il paziente ricorda l’evento ma il contenuto è totalmente integrato in una prospettiva più adattiva. L’esperienza è usata in modo costruttivo dall’individuo ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo. Cioè il paziente realizza le connessioni di associazioni appropriate, quello che è utile è appreso ed immagazzinato con l’emozione corrispondente ed è disponibile per l’uso futuro.

 

Quali sono le basi dell’EMDR?

 

L’approccio EMDR, adottato da un numero sempre crescente di psicoterapeuti in tutto il mondo, è basato sul modello di elaborazione adattiva dell’Informazione (AIP). Secondo l’AIP, l’evento traumatico vissuto dal soggetto viene immagazzinato in memoria insieme alle emozioni, percezioni, cognizioni e sensazioni fisiche disturbanti che hanno caratterizzato quel momento. Tutte queste informazioni immagazzinate in modo disfunzionale, restano “congelate” all’interno delle reti neurali e incapaci di mettersi in connessione con le altre reti con informazioni utili. Le informazioni ”congelate” e racchiuse nelle reti neurali, non potendo essere elaborate, continuano a provocare disagio nel soggetto, fino a portare all’insorgenza di patologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD) e altri disturbi psicologici. Le cicatrici degli avvenimenti più dolorosi, infatti, non scompaiono facilmente dal cervello: molte persone continuano dopo decenni a soffrire di sintomi che ne condizionano il benessere e impediscono loro di riprendere una nuova vita.


L’obiettivo dell’ EMDR è quello di ripristinare il naturale processo di elaborazione delle informazioni presenti in memoria per giungere ad una risoluzione adattiva attraverso la creazione di nuove connessioni più funzionali. Una volta avvenuto ciò, il paziente può vedere l’evento disturbante e sè stesso da una nuova prospettiva. L’ EMDR considera tutti gli aspetti di un’esperienza stressante o traumatica, sia quelli cognitivi ed emotivi che quelli comportamentali e neurofisiologici. Utilizzando un protocollo strutturato il terapeuta guida il paziente nella descrizione dell’evento traumatico, aiutandolo a scegliere gli elementi disturbanti importanti. Al termine della seduta di EMDR , quando il processo di rielaborazione ha raggiunto la risoluzione adattiva, l’esperienza è usata in modo costruttivo dalla persona ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo.
Attraverso il trattamento con l’ EMDR è dunque possibile alleviare la sofferenza emotiva, permettere la riformulazione delle credenze negative e ridurre l’ arousal fisiologico del paziente. Questo approccio risulta efficace anche con i pazienti che hanno difficoltà nel verbalizzare l’evento traumatico che hanno vissuto. L’ EMDR , infatti, utilizza tecniche che possono fornire al paziente un maggior controllo verso le esperienze di esposizione (poiché non si basa su interventi verbali), e che possono aiutarlo nella regolazione e nella gestione delle emozioni intense che potrebbero scaturire durante la fase di elaborazione.


 

TRAUMI CON LA “T” MAIUSCOLA E LA “T” MINUSCOLA

 

Tutti noi, per il semplice fatto di vivere, siamo esposti all’eventualità di sperimentare traumi psicologici (dal greco “ferite dell’anima”).Esistono traumi che si possono definire “con la T maiuscola”: sono ferite importanti che minacciano la nostra integrità come calamità naturali, incidenti stradali, aggressioni, stupri, omicidi o suicidi di persone care, diagnosi infauste. Ma vi sono anche traumi “con la t minuscola”, esperienze che sembrano oggettivamente poco rilevanti ma che possono assumere un peso soprattutto se ripetute nel tempo o subite in momenti di particolare vulnerabilità o nell’ infanzia. E' allora che umiliazioni, abbandoni, trascuratezza e paure possono lasciare il segno modificando non solo i nostri atteggiamenti, le emozioni e le relazioni con gli altri nel corso della vita ma, questa è la novità scientifica, imprimendosi anche in specifiche aree del cervello, come hanno dimostrato studi all’avanguardia nel campo della neurobiologia. Ciò vale sia per i traumi maggiori come per quelli minori.


LE CONSEGUENZE A LIVELLO PSICOLOGICO


Grazie alle proprie risorse e all’aiuto del prossimo la maggioranza delle persone traumatizzate riesce a recuperare un nuovo equilibrio, ma ci sono ferite che continuano a sanguinare anche a distanza di anni. Nel caso dei traumi con la T maiuscola le persone possono reagire con “paura, senso di vulnerabilità e orrore”, secondo la definizione fornita dal Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali DSM-V (2013) redatto dall’American Psychiatric Association quando vi si descrive il DSPT, Disturbo da Stress Post Traumatico.

Il trauma in questi casi è sempre presente, le sensazioni sono vive, e sembra che l’evento sia successo poche ore prima anche se risale a mesi o anni addietro. La sofferenza psicologica dei traumi “con la t minuscola” può essere di minore impatto ma ugualmente invalidante. Sensazioni di insicurezza, mancanza di autostima, colpevolizzazioni, attacchi di panico, ansie sono gli strascichi più frequenti.








EMDR, LA CHIAVE CHE APRE I GIARDINI DELLA MEMORIA

 

L’ EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing,Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un trattamento psicoterapeutico scoperto nel 1989 dalla psicologa americana Francine Shapiro. Utilizzato in origine per alleviare lo stress associato ai ricordi traumatici ha ricevuto negli anni abbondanti supporti clinici coinvolgendo psicoterapeuti, ricercatori della salute mentale, neurofisiologi. Oggi è considerato il trattamento evidence-based per il DSPT (Disturbo da Stress Post Traumatico),validato da più ricerche e pubblicazioni di qualunque altra psicoterapia nel campo del trauma. E’ approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004),dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010),dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013 e dal nostro Ministero della salute nel 2003. Gli aspetti vincenti dell’ EMDR sono la rapidità di intervento, efficacia e la possibilità di applicazione a persone di qualunque età, compresi i bambini.


DIETRO LE QUINTE: COSA ACCADE NEL CERVELLO


Per guarire, la nostra mente mette in campo le proprie risorse. Perché, così come siamo dotati di un sistema immunitario che provvede a guarire le ferite fisiche, vi è anche un naturale e saggio sistema di riparazione delle ferite dell’anima. Gli eventi traumatici, in questi casi, non vengono cancellati ma rielaborati in modo adattivo, permettendoci di andare avanti spesso con risorse aggiuntive che ci serviranno per affrontare altre difficoltà. Il passato, in questi casi, resta nel passato e noi possiamo proseguire sul cammino della vita. Quando un trauma rimane irrisolto, invece, diventa parte di un circolo vizioso di pensieri, emozioni e sensazioni corporee disturbanti. Si è visto che i ricordi traumatici sono immagazzinati nel cervello in modo differente dai ricordi non traumatici. I primi si collocano soprattutto nell’emisfero destro, separati dai ricordi positivi come se fossero congelati in uno spazio e tempo diversi dal resto dei nostri vissuti. Qui continuano ad agire ma queste cicatrici sono in realtà il ricordo di ciò che è successo.


 

LA SEDUTA DI EMDR

 

Inizialmente lo psicoterapeuta che ha ricevuto la specifica formazione in EMDR raccoglie la storia del paziente, identificando con lui gli eventi che hanno contribuito a sviluppare il problema: attacchi di panico, ansie, fobie. Sono questi ricordi che verranno elaborati con l’ EMDR . Il paziente viene invitato a notare i pensieri, le sensazioni fisiche e immagini collegati con l’esperienza traumatica, nel contempo il terapeuta gli fa compiere dei semplici movimenti oculari, o procede con stimolazioni alternate destra-sinistra. Tali stimolazioni hanno lo scopo di favorire una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali e si basano su un processo neurofisiologico naturale, simile a quello che avviene nel sonno REM (fase del sonno in cui si sogna).Dopo l’ EMDR il paziente ricorda ancora l’evento ma sente che tutto ciò fa parte del passato ed è integrato in una prospettiva più adulta. Dopo una o più sedute i ricordi disturbanti legati all’esperienza traumatica si modificano: il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento, i pensieri intrusivi si attutiscono o spariscono, le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità. Studi randomizzati controllati hanno dimostrato che nel giro di 3-6 sedute si ha dal 77 al 100% di remissione del DSPT in vittime di traumi singoli mentre occorrono almeno 12 sedute per vittime di traumi multipli come per esempio nei reduci di guerra.


LE CONFERME DA STUDI DI NEUROIMAGING


La tendenza oppressiva a rivivere il trauma attiva le reti neuronali coinvolte nelle risposte legate alla paura, causando modificazioni in specifiche aree del cervello. Uno degli studi più recenti (2012) realizzato dal neuroscienziato Marco Pagani dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della cognizione del CNR di Roma in collaborazione con il Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell’Università Tor Vergata, è il primo al mondo a dimostrare gli effetti in tempo reale di una terapia psicologica. La ricerca ha coinvolto dieci soggetti con grave trauma psichico e 10 controlli sani non traumatizzati. Con la tecnica della neuroimmagine funzionale si è dimostrato che esiste un cambiamento significativo nell’attivazione delle aree cerebrali dopo la terapia con EMDR,da regioni limbiche con una valenza emotiva elevata a regioni corticali con una valenza associativa. In pratica, l’ EMDR trasforma l’esperienza da emotiva in cognitiva, in cui diverse regioni cerebrali partecipano all’elaborazione dell’esperienza.


CAMPI DI APPLICAZIONE


Di seguito alcuni campi di applicazione dell’approccio EMDR:

   

1 - ANSIA
Con l’ EMDR si lavora non solo sul ricordo di alcune esperienze che possono aver contribuito all’insorgenza del disturbo d’ansia ma anche sul ricordo delle prime volte in cui si è provata l’ansia e le volte peggiori, in modo da desensibilizzare e neutralizzare queste reazioni. In questo modo si facilita alla persona il fatto di poter affrontare in modo più sereno le situazioni che fino a quel momento erano vissute come ansiogene.


2 - IL LUTTO E LA PERDITA

L’ EMDR può essere utilizzato per completare quanto è necessario all’elaborazione del lutto non complesso, per evitare gli ostacoli che potrebbero complicare l’ elaborazione nel lutto complesso e per elaborare gli ostacoli che possono impedire il completamento efficace di processi di elaborazione di perdita. L’EMDR favorirà l’emergere di ricordi positivi, dando la possibilità al soggetto di avere un rapporto più sereno con il ricordo della persona cara. Questo contribuirà alla ricostruzione dei significati necessari ad aiutare le persone a trovare modalità di superamento della perdita più sane e funzionali.

3 - BULLISMO E CYBERBULLISMO
Le vittime di cyberbullismo e bullismo vivono un’esperienza fortemente traumatica. Se le vittime sono adolescenti, l’impatto di un evento di questo tipo è ancora più devastante. In età adolescenziale, infatti, l’immagine sociale riveste un’importanza fondamentale. Se quest’ immagine viene danneggiata a causa del cyberbullismo e del bullismo, le conseguenze possono essere gravissime. La cronaca di ragazzini o giovani adulti che hanno ricorso al suicidio a seguito di episodi di questo genere è all’ordine del giorno. Altrettanto traumatica può essere l’esperienza del bullo che, in molti casi, ha perso il controllo di quello che inizialmente appariva come un banale scherzo o gioco on-line. Sia i bulli sia le vittime possono trarre vantaggio da un percorso di psicoterapia EMDR. Elaborare questi eventi traumatici è fondamentale per poter avere un senso di maggior autoefficacia nella propria vita. L’approccio EMDR è di primaria importanza anche per andare a elaborare le esperienze del passato che hanno creato una bassa autostima, portando la vittima e il bullo a cadere nella trappola della rete.


4 - DEPRESSIONE
La persona depressa presenta una visione negativa di sé stessa, si percepisce come inadeguata, difettosa. La persona depressa interpreta in senso negativo le proprie interazioni con l’ambiente e ritiene che gli attuali problemi non siano risolvibili. Rispetto al futuro, la persona è portata a prevedere difficoltà, considerandole come una continuazione di quelle attuali e pertanto non si attiva, perché è convinta di fallire. Le recenti ricerche indicano che il trauma e altri eventi di vita sfavorevoli possono potenzialmente essere dei fattori di rischio per lo sviluppo della depressione, quindi essendo l’ EMDR considerato un trattamento efficace per la cura a lungo termine di esperienze traumatiche, può dare un grande contributo per il trattamento della depressione.

5 - VIOLENZA DOMESTICA
Intervenire con l’ EMDR sul coniuge o sul genitore maltrattante, sulle vittime, sui figli esposti alle violenze e al conflitto, diventa fondamentale per interrompere il ciclo dell’abuso e la trasmissione di modelli di comporta- mento disfunzionali attraverso le generazioni. L’approccio EMDR offre l’occasione non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche per potenziare le capacità personali e le risorse individuali, per affrontare le sfide della vita quotidiana, per andare davvero “oltre il trauma”.


6 - LUTTO IN ETA’ EVOLUTIVA
In caso di perdita di una persona cara i bambini esprimono i loro sentimenti in maniera differente rispetto agli adulti, le loro reazioni sono diverse a seconda dell’età e della reazione delle persone che lo circondano. È importante conoscere queste reazioni.


L’EMDR È MOLTO EFFICACE NELL’ELABORAZIONE DEL LUTTO IN ETÀ EVOLUTIVA E QUESTO È UN OTTIMO FATTORE DI PROTEZIONE PER LO SVILUPPO DEL BAMBINO E PER LA SUA CRESCITA.


La ricerca sostiene che i lutti non elaborarti hanno una ricaduta sulla vita con conseguenze a lungo termine che coinvolgono non solo la persona che lo ha sperimentato ma anche le sue future relazioni. Ecco perché se i sintomi del bambino non si modificano nel tempo è necessario intervenire con il protocollo EMDR che si è dimostrato efficace non solo nell’elaborazione dei ricordi legati alla morte della persona cara ma anche al recupero dei ricordi positivi permettendo così al bambino di trovare il suo modo unico per mantenere la persona amata nel suo cuore. Intervenire con l'EMDR già dai primi momenti dopo una perdita importante per un bambino potrebbe facilitare il processo naturale di elaborazione e rafforzare le risorse del bambino.


7 - LA PERDITA DI UNA GRAVIDANZA
Accettare i propri vissuti emotivi, anche dolorosi, è il primo passo per superarli. E’ molto utile riuscire a esprimerli e a condividerli, con il compagno, i famigliari, gli amici, lo staff medico. Non sempre gli altri riescono a comprendere e offrire il sostegno di cui si ha bisogno, ma parlarne può favorire questo supporto. Permettersi i propri tempie modi per vivere il lutto, anche con l’aiuto di rituali o della propria fede religiosa, ne agevola lo svolgimento. Possono aiutare esercizi di rilassamento per superare l’ansia e lo stress, riconoscimento e rettifica degli eventuali pensieri negativi e irrazionali sull’evento. Molte persone riescono a superare questo momento difficile da sole. Se la sofferenza emotiva perdura, diventa difficilmente controllabile, disturba il normale svolgimento delle attività quotidiane, è necessario ed efficace rivolgersi a un professionista. Tra i possibili metodi, un aiuto psicologico mirato è quello dell’ EMDR.


8 - DISTURBI ALIMENTARI
Nei disturbi alimentari l'individuo sperimenta un’alterata relazione con il cibo ed una estrema preoccupazione riguardo alle forme corporee Implica pertanto un’alterazione dell'immagine di sè, disturbi emotivi e un insieme di comportamenti disfunzionali che ne derivano. La ricerca mette in evidenza che questo disturbo ha rilevanti basi neurobiologiche genetiche e relazionali, non rappresenta, pertanto, una “scelta di vita”. La ribellione si manifesta attraverso il controllo sull’unico elemento che rientra sotto il proprio dominio, il corpo, appunto. Il lavoro psicoterapeutico con EMDR prevede la rielaborazione di tutte quelle esperienze angoscianti legate alla storia della persona. L’approccio EMDR offre l’occasione non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche per potenziare le capacità personali e le risorse individuali, aumentando l’autostima per affrontare le sfide della vita quotidiana e per risolvere i sintomi, spesso cronici dei disturbi alimentari.


9 - PROCREAZIONE ASSISTITA
L’approccio EMDR offre un’occasione importante per intervenire sui diversi aspetti che costituiscono il lungo e difficoltoso percorso della procreazione assistita. Attraverso un lavoro specifico sui ricordi traumatici legati alla diagnosi di infertilità e alle conseguenze che tale evento ha sia sulla donna che sulla futura coppia genitoriale, è possibile rielaborare l’impatto emotivo di tali eventi, togliendo la parte più traumatica, aiutandoli a lasciare queste esperienze nel passato e rafforzando la loro autostima e senso di autoefficacia. Con l’ EMDR è anche possibile aiutare i futuri genitori a sviluppare maggiormente le proprie risorse di modo che possano affrontare le sfide che comporta la procreazione assistita in modo più sereno e funzionale .Un lavoro specifico di accompagnamento durante i mesi di gravidanza è inoltre indispensabile per l’instaurarsi di un rapporto positivo e sano nei confronti del bambino, evitando che l’impatto traumatico delle esperienze vissute dai genitori possa influenzare il suo futuro sviluppo emotivo, cognitivo e sociale.


L’approccio EMDR offre l’occasione di aiutare queste persone a rielaborare l’impatto emotivo dell’esperienza. In questo modo possono liberarsi dalle conseguenze psicologiche di eventi stressanti a cui possono essere stati sottoposti . Alla fine di una terapia breve e mirata con l’EMDR i futuri genitori riescono a vedere in modo più costruttivo queste esperienze e soprattutto possono crescere e sviluppare una genitorialità più ricca e piena di risorse.

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